Raccolgono funghi velenosi e li mangiano, muore una donna e quattro ricoverati al Cardarelli

Amanita verna
Amanita verna

NAPOLI – Tragico incidente avvenuto in un’area boschiva situata alle spalle dell’ospedale Monaldi, cinque persone si sono sentite male dopo aver consumato dei funghi tossici. Purtroppo, una donna di 92 anni ha perso la vita, mentre altre quattro sono state ricoverate presso l’ospedale Cardarelli, due delle quali in terapia intensiva. Ciò che doveva essere una tranquilla giornata di raccolta di funghi si è trasformata in una terribile tragedia a causa di una confusione fatale.

Secondo quanto riportato, le persone coinvolte credevano di raccogliere Prataioli selvatici, un tipo di fungo commestibile molto diffuso. Tuttavia, senza rendersene conto, si sono imbattute in dei Tignosi di Primavera (Amanita verna), una specie estremamente tossica e pericolosa per la salute umana.

Dopo aver consumato i funghi, le conseguenze sono state immediate e gravi. Le persone hanno cominciato a sentirsi male, manifestando sintomi di intossicazione. Il personale medico è stato tempestivamente allertato e le vittime sono state trasportate d’urgenza presso l’ospedale Cardarelli per ricevere le cure necessarie.

I quattro ricoverati per intossicazione da funghi al Cardarelli avevano ingerito gli alimenti dopo averli raccolti in un parco cittadino nella convinzione si trattasse di Prataioli selvatici, non capendo essere dei Tignosi di Primavera (Amanita Verna), funghi estremamente tossici. Tutti e quattro – residenti nel centro storico di Napoli – si sono recati con mezzi propri al Pronto Soccorso dell’ospedale domenica mattina alle 9.00 circa, dopo aver ingerito i funghi nella serata di sabato e avendo accusato gravi malori durante la notte; da quanto riportato dai pazienti una quinta familiare ultraottantenne sarebbe deceduta durante la notte presso l’abitazione.

I quattro – tre uomini e una donna, tutti in età compresa tra i 50 e i 70 anni – sono vigili, ma presentano un quadro clinico serio; due di essi sono in terapia intensiva, mentre altri due sono in degenza ordinaria. La valutazione dei pazienti è stata fatta dal Centro Antiveleni del Cardarelli, a seguito di analisi di laboratorio che hanno confermato quanto riferito dai pazienti.

Il Centro Antiveleni dell’AORN “Cardarelli” è uno dei nove Centri esistenti in Italia ed è punto di riferimento del Mezzogiorno. È inserito sia nel circuito nazionale che europeo (ECHA) per attività di ricerca. Ha in essere un progetto di collaborazione con l’ISS per la “sorveglianza dei casi di esposizione/intossicazione a prodotti chimici pericolosi in ambienti domestici e professionali”. Aderisce al progetto nazionale “il sistema nazionale per il controllo e la sorveglianza dei chemicals a tutela della salute pubblica” promosso dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

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