Arte & Mostre

“PARTHENOPE SYRENI”: sabato 8 marzo 2025 il vernissage di inaugurazione della mostra di DOMENICO SEPE

NAPOLI – “Le Sirene, sedendo in un bel prato, / Mandano un canto dalle argute labbra, / Che alletta il passeggier”: è il XII libro dell’Odissea a rivelare, nella superba traduzione di Ippolito Pindemonte, il mito generativo di Partenope, futura Neapolis e attuale Napoli.

Il mito generativo del capoluogo campano è al centro di un’ampia mostra personale del Maestro Domenico Sepe: DAL 9 MARZO AL 19 SETTEMBRE 2025, gli spazi del Grand Hotel Parker’sdi Napoli ospiteranno, infatti, la mostra “PARTHENOPE SYRENI”.

Venticinque sculture realizzate in diversi materiali – tra argilla, bronzo e alluminio – novedelle quali di grande formato. Scultore, artista figurativo e straordinario creatore di mondi visivi, Sepe ha regalato la sua firma ad alcune delle più affascinanti opere legate al mito di Partenope (Parthenope), sirena dall’incantevole volto verginale, probabilmente figlia della Musa Melpomene e del Fiume Acheloo.

Il vernissage di apertura della mostra si terrà SABATO 8 MARZO 2025 (ALLE ORE 18.00), in occasione della Giornata Internazionale della Donna, nella monumentale Sala degli Specchi del Grand Hotel Parker’s, albergo di Napoli che, negli ultimi anni, ha ospitato alcune opere site specific firmate da Sepe.

Al vernissage di inaugurazione prenderanno parte – accanto al Maestro Sepe – Giovanni Torre Avallone, ambasciatore della proprietà del Parker’s, e il giornalista e scrittore Michelangelo Iossa.

Napoli è donna perché è nata da una donna, la Sirena Partenope. Creatura dalle sembianze d’uccello o di pesce: il Mito si divide e ho deciso di raffigurare alcune delle mie sirene con entrambi gli elementi. Creature alate ma anche capaci di vivere sui fondali marini. Le origini della città e del suo nome sono legate al Mito, alla poesia, alla leggenda, alla musica: come ricorda l’opera di Omero, Partenope era una delle sirene che ammaliavano i naviganti con l’obiettivo di trascinarli verso gli scogli e condurli a morte certa” commenta Sepe. Nella sua Odissea, Omero racconta le gesta del leggendario Ulisse: profondamente intelligente e astuto, l’eroe di Itaca attraversò il Mar Mediterraneo avvicinandosi alle coste campane. Ulisse desiderava fortemente ascoltare il canto delle sirene ma non voleva esserne vittima: decise, dunque, di farsi legare all’albero della sua imbarcazione e impose a coloro che remavano di coprirsi le orecchie con tappi di cera. La sua navigazione proseguì, quindi, serenamente.

Distrutta da questo ‘fallimento’, la sirena Partenope decise di lasciarsi morire e il suo corpo fu spinto dalle onde sino all’Isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel dell’Ovo di Napoli. Gli abitanti della piccola isola le dedicarono un sepolcro e decisero di dare il suo nome al villaggio che nacque tra Megaride e Pizzofalcone. Il villaggio di Parthenope divenne poi Palepolis quando venne poi fondata Neapolis. E il mito di Parthenope Syreni illumina Napoli in una mostra da non perdere.

Redazione Centrale

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