
POMIGLIANo D’ARCO – Nuovo stop produttivo per lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, causato dalla mancanza di materiali dovuta al blocco degli ingressi merci da parte dei lavoratori Trasnova, in presidio permanente da lunedì. La protesta è scaturita dal mancato rinnovo della commessa da parte della società automobilistica.
Dopo i due turni saltati ieri, oggi lo stabilimento registra un blocco totale su tutti i turni di lavoro, mentre i lavoratori Trasnova hanno trascorso la seconda notte consecutiva davanti ai cancelli della fabbrica, chiedendo risposte concrete. Le sigle sindacali Fismic e Fiom hanno sollecitato un tavolo di confronto al Mimit per affrontare la vertenza, ma al momento non è stata formalizzata alcuna convocazione.
“A gennaio saremo licenziati tutti – denunciano i lavoratori –. Serve l’unità: chi lavora in Stellantis non deve sostituirsi a noi, in questo modo ci condannano”. La tensione resta alta, mentre l’attesa di un intervento istituzionale si fa sempre più pressante.
E in una nota Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli e Mario Di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli: “Terza giornata di sciopero ad oltranza dei lavoratori della Trasnova di Pomigliano d’Arco oggi, 4 dicembre. Il blocco totale degli ingressi merci dello stabilimento Giovan Battista Vico ha costretto, a partire dal pomeriggio di ieri, il management aziendale di mettere in libertà le maestranze e chiedere la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria. Il prossimo 17 dicembre è convocato a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’incontro con la proprietà della Trasnova, ma quell’appuntamento per essere determinante per la risoluzione della vertenza deve necessariamente prevedere la partecipazione di Stellantis. Chiediamo a John Elkann un vero cambio di passo rispetto alle scelte industriali compiute fino ad ora dalla multinazionale, a partire dalla riconferma della commessa a Trasnova, necessaria per salvaguardare i lavoratori impegnati negli stabilimenti di Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Melfi. Diversamente, la protesta e la lotta andrà avanti”.
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