Covid: preoccupazione di dirigenti scolastici e medici per la ripresa dell’attività didattica

Il vaccino anti-covid19

NAPOLI – In provincia di Napoli sono molti i Comuni i cui sindaci a prescindere dall’ordinanza della Regione Campania hanno deciso di sospendere le attività delle scuole dei propri territori, vista la crescita esponenziale dei positivi tra i ragazzi. Ora a questo si devono aggiungere  le perplessità dei dirigenti scolastici nell’attuare il protocollo del Governo e l’allarme dei medici di famiglia che sul campo stanno registrando una diffusione enorme sopratutto nella fascia 5-18 anni di casi di positività. Scelta “impopolare”, ma forse di buon senso quella dei sindaci che hanno mandato su tutte le furie diversi genitori, quelli soprattutto che per motivi di lavoro non possono lasciare i propri figli a casa. Insomma un pasticcio bello e buono, nel quale il punto essenziale è di garantire la salute dei ragazzi e dei loro familiari, di fronte al quale talvolta scelte impopolari devono essere fatte. «Se già a scuole chiuse l’indice di positivà nella fascia bambini-adolescenti, è in netta salita, figurarsi con la ripresa dell’attività didattica, in scuole in cui un aula di 4 metri ci devono stare insieme 30 studenti», questo l’allarme lanciato da alcuni medici. A questo si aggiunga che la situazione vaccini dei ragazzi non è affatto rosea. Il 76% dei ricoveri in area medica tra i 5 e i 18 anni riguarda pazienti non vaccinati. E il 69% dei ricoveri in area intensiva dei piccoli fino a 4 anni riguarda bambini che hanno genitori non vaccinati. Questi alcuni dati più significativi che emergono dalla rilevazione di Aopi, l’Associazione degli ospedali pediatrici italiani, che ha attivato un sistema di monitoraggio settimanale dei pazienti Covid – bambini e adolescenti – ricoverati sia in area medica che in area critica. La raccolta è stata effettuata nella giornata del 10 gennaio dalle 15 realtà italiane più importanti nell’ambito delle cure di più piccoli e giovanissimi. Dunque l’idea di molti in questo momento è quella di sfruttare la sospensione dell’attività didattica per poter vaccinare nell’area tra i 5 e i 18 anni quanto più possibile. Ovviamente con la fattiva collaborazione delle Asl territoriali. I dati Aopi non lasciano spazio a dubbi. Lunedì scorso, quando è stata effettuata la prima raccolta dei dati, nei principali ospedali pediatrici italiani erano 212, in tutto, i bambini ricoverati: 192 nell’area medica e 20 nell’area intensiva. Si tratta, spiega Aopi, di numeri decisamente superiori a quelli registrati nel corso delle precedenti tre ondate dell’epidemia e indicano che adesso i bambini sono più colpiti dal virus rispetto al passato, anche se per fortuna, nella maggior parte dei casi, i sintomi restano lievi. Del 212 bambini ricoverati, 134 sono nella fascia età tra 0 e 4 anni mentre 78 hanno un’età compresa tra i 5 e i 18 anni. La variabile della vaccinazione pesa in modo significativo sulla gravità dell’infezione: su 13 piccolissimi ricoverati in terapia intensiva o sub intensiva, ben 9 hanno genitori non vaccinati. La raccolta dati, si spiega, servirà per fornire un quadro aggiornato dell’andamento dei ricoveri in età pediatrica e della gravità delle condizioni cliniche dei piccoli pazienti. Uno strumento di controllo “che sarà utile al fine di fornire dati utili a prendere decisioni strategiche”. Intanto si effettuerà un Open Day domani, 14 gennaio, per le vaccinazioni anti covid per i bambini della fascia di età 5-11 anni organizzato dal Policlinico Vanvitelli. Le vaccinazioni saranno effettuate dalle ore 9 alle 14 presso il complesso di Santa Patrizia. Per accedere è necessaria la prenotazione tramite piattaforma regionale.

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