NAPOLI – Quali relazioni intercorrono tra il patrimonio museale mondiale e le nuove tecnologie digitali e come il supporto tecnologico, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione possono contribuire a migliorare l’esperienza del visitatore, attraverso percorsi sempre più immersivi e interattivi.
Sono questi i temi dell’“International Conference on Museum, Technology and the future of cultural Heritage”, la prima conferenza internazionale dedicata al rapporto tra memoria e futuro, organizzata dall’Università Pegaso – ateneo digitale del Gruppo Multiversity, leader in Italia nel settore dell’Education – in partenariato con l’International Council of Museums (ICOM) e Città della Scienza, che si è tenuto oggi, presso Città della Scienza di Napoli.
Il progetto si inserisce nell’ambito della “Digital Humanities”, la linea di ricerca dell’Università Pegaso focalizzata sullo sviluppo, lo studio e l’analisi di pratiche culturali connesse all’integrazione del digitale e delle tecnologie volte a preservare la conoscenza, la cultura, il passato e il presente.
“Abbiamo l’onore di ospitare a Napoli – ha dichiarato Pierpaolo Limone, Rettore dell’Università Pegaso – i membri del direttivo internazionale dell’ICOM per un confronto unico sul futuro dei musei. Questa iniziativa si innesta nel nuovo corso della nostra Università che sta mettendo in campo straordinari investimenti nella ricerca applicata, anche grazie al reclutamento di studiosi di grande talento. Il Congresso è frutto del lavoro del nostro nuovo centro di ricerca sulle digital humanities, che studia come le tecnologie stanno ridisegnando la nostra relazione con il patrimonio culturale”.
A confrontarsi sul tema si sono alternati gli interventi dei docenti dell’Università Pegaso e di alcuni dei maggiori esperti museali mondiali, che compongono il consiglio direttivo internazionale di ICOM, l’associazione che rappresenta i musei e i suoi professionisti e raggruppa più di 50.000 operatori museali in ogni continente.
“I consiglieri dell’ICOM, provenienti dall’Australia alla Cina, dalla Corea a Haiti – ha aggiunto Emma Nardi, Presidente di ICOM International – presenteranno una serie di interventi sia teorici che legati a esperienze concrete svolte dai paesi di appartenenza. Il pubblico verrà così a conoscenza di una grande varietà di opzioni che interpretano la nuova definizione di museo, approvata dall’ICOM nel 2022. Saranno messe in evidenza non solo il ruolo delle tecnologie ma anche quello dei rapporti tra museo e comunità locali”.
“Il tema del rapporto tra nuove tecnologie e i vari aspetti della vita dei musei – ha concluso Riccardo Villari, Presidente di Città della Scienza – è un tema di capitale importanza. Sono ormai circa 40 anni che i musei devono confrontarsi con quelle che ritengo preziose alleate. Ed è un grande errore, a mio avviso, porsi nei confronti dell’innovazione tecnologica, da parte dei musei, con un atteggiamento di resistenza o di subalternità. Abbiamo allora la necessità di capire insieme e attraverso il confronto tra esperienze diverse, come le tecnologie possano esprimere il loro massimo potenziale e aiutarci sempre più a costruire esperienze significative per i nostri visitatori. L’incontro del 2 ottobre va pienamente in questa direzione”.
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