NAPOLI – “L’ordinanza del sindaco Manfredi contro la movida selvaggia, oltre a sollevare tante polemiche, conta già le prime vittime e i tanti fortunati che guadagneranno sulla pelle degli altri, mentre la criminalità indisturbata gestisce e saccheggia la città”. “Un’ordinanza specchio della classe politica che l’ha generata, palesemente illogica, discriminatoria ed inutile, oltre che illegittima e pericolosa”. Così la definisce l’avvocato Angelo Pisani (nella foto), che difende il primo multato della cosiddetta malamovida di Napoli che il Comune vuole educare chiudendo alcuni locali.
“Divieti assurdi e contraddittori che – secondo Pisani – tra l’altro vanno a colpire le attività legali (quelle illegali dovrebbero esser chiuse a prescindere dal divietò orario) eliminando il lavoro e favorendo il caos ed il malaffare, «chiudendo» inutilmente i pub e bar di una parte di città a discapito dell’altra «punendo» senza alcun motivo i gestori degli esercizi commerciali, quelli che pagano tasse e spese assurde”.
Contrariato dal modus operandi, l’avvocato Angelo Pisani sta preparando un ricorso contro il provvedimento e difende le vittime della malapolitica, invitando la politica a riflettere e non creare altri danni, rovinando soprattutto i giovani che “vanno rieducati e formati nelle famiglie, non in altri modi”.
“Quest’ordinanza – afferma l’avvocato – vìola tutti i principi della Costituzione e favorisce la illegalità. Nessuno vuole nascondere la polvere sotto il tappeto, bisogna adottare dei provvedimenti giusti perché così non si può andare avanti, ma questa ordinanza farà ancora più danno oltre che caos e concorrenza sleale tra lavoratori con molti di loro che finiranno nell’esercito della malavita non potendo lavorare legalmente. Per strada non c’è controllo, i giovani sono allo sbando, le famiglie non esistono più, i valori neanche più in tv si programmano. Ma tutto ciò non può essere fatto a discapito dei lavoratori e ragazzi perbene, che sono la maggioranza, e dei turisti che vengono a Napoli e devono poter mangiare a tutte le ore come avviene nelle città turistiche mondo. Ma soprattutto non può essere fatto in violazione dei principi costituzionali. Voi pensate, con questi nuovi divieti e dopo il covid, quanta gente perderà il lavoro, persone che lavorano di notte o che fanno gli straordinari. E veniamo da due anni di crisi in cui hanno dovuto resistere e andare avanti”.
“A mio avviso – rileva Pisani – il problema viene dal decreto Bersani con cui si stabilì la liberalizzazione delle licenze. Grazie a quel provvedimento si stabilì che in una strada potevano aprire 3 o 4 bar, 5 ristoranti creando un assembramento di locali notturni e di conseguenza di persone. Prima, quando c’era bisogno della licenza, in una strada c’era un bar, una farmacia e minor caos. Ora con 10 bar in una strada è normale che c’è il traffico attirato da tutte quelle attività commerciali ma non per questo si possono chiudere delle attività lavorative. Gli errori della politica non possono essere pagati dagli imprenditori che hanno investito, che pagano le tasse e dalla gente che lavora lasciando poi ragazzi e gente per strada che si ammasserà negli altri locali rimasti aperti. Ora bisognerebbe mettere i controlli, regolarizzare i flussi, bisognerebbe accendere le telecamere. Bisognerebbe ripartire dalle famiglie. Il problema non sono i bar e i ristoranti ma la mancanza di educazione e valori nelle famiglie dove bisognerebbe vedere i giovani come vengono educati. Se ci sono minorenni per strada la colpa non è delle attività ma dei genitori che li fanno uscire e che non riescono a tenere i figli di 14 anni a casa. Ripeto, il problema sono le famiglie, gli educatori, gli esempi, i valori e tutti i danni creati dalla malapolitica”.
“I bar e i ristoranti – continua Pisani – tengono la luce accesa in strada. Immaginiamo che succederà se li chiudono sarà il Bronx. I ragazzi non resterebbero a casa perché non c’è divieto di uscire. Per strada avremmo delle bande senza controllo. Inoltre è sbagliata l’ordinanza perché non si può chiudere un bar in piazza Medaglie d’Oro e poi tenerli aperti in piazza Immacolata o chiusi in via Kerbaker ma aperti in via Bernini. Che senso ha? Spostare di 200 metri il flusso? Cioè avvantaggiare un ristoratore a danno dell’altro? Una concorrenza sleale legalizzata dal comune che farà solo altre vittime innocenti . Se c’è un’emergenza vera i divieti dovrebbero esser uguali per tutti e per tutta Napoli come fosse un coprifuoco”.
“Nessuno – dice ancora Pisani – vuole il disordine, nessuno vuole il caos ma ovviamente i sistemi per controllarlo devono essere diversi. Non si risolve niente così. I cittadini che si lamentano del caos hanno ragione a lamentarsi, a loro tutta la nostra solidarietà. Però non pensino di salvarsi in questo modo. Perché non si salveranno, non servirà a niente se non a illudersi. Poi non si lamenteranno più questi cittadini ma se ne lamenteranno altri dove si sposterà la movida e dove l’ordinanza non vieta lavorare in danno di altri. Perché se a piazza Immacolata resterà il bar aperto i ragazzi ovviamente si sposteranno in quella strada e quindi cambierà solo il luogo. Allora che facciamo? Un poco ciascuno?”.
“Un’ordinanza simile – conclude Pisani – fu adottata a Ferrara e la Cassazione stabilì che era illegittima perché andava contro il decreto Bersani. Il problema è la legge sbagliata, applicata male. Questo vale anche per il Comune di Napoli dove chi ha scritto l’ordinanza forse non è mai uscito dalla scrivania. Il problema è nelle famiglie, nell’educazione. Molto spesso chi mette la firma sotto un’ordinanza non è chi la scrive. La ratio è anche giusta, quello che è sbagliato è il metodo”.