NAPOLI, 24 GIUGNO – «La parola prevenzione riempie leggi e convegni, ma in Campania resta lettera morta»: è la denuncia di Marì Muscarà, consigliera regionale indipendente, dopo l’ennesimo rinvio della risposta alla sua interrogazione sulla diagnosi genetica precoce per soggetti con familiarità oncologica, prevista per il Question Time del 25 giugno.
Muscarà sottolinea la gravità della situazione: «Parliamo di una mutazione genetica che espone in particolare giovani donne al rischio di tumori a seno, utero e ovaie. Sapere di averla può salvare la vita. Ma per fare il test serve un codice specifico, il D99, rilasciato dopo valutazione del medico di base». Tuttavia, la Regione Campania non riconosce questo codice, impedendo di fatto l’accesso al test a chi ne ha diritto, soprattutto a chi non può permettersi la sanità privata.
L’interrogazione era stata inserita nella seduta consiliare del 25 giugno, ma oggi è arrivata la richiesta di rinvio da parte della Giunta: «Dicono che devono approfondire – commenta Muscarà – ma è una norma nazionale nota a tutti. Il vero problema è la mancanza di volontà politica».
La consigliera annuncia che tra 15 giorni tornerà in aula: «Il diritto alla salute non può essere rimandato. La prevenzione non può essere un privilegio di pochi».