POMIGLIANO D’ARCO, Napoli – Giornata di sciopero nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, ma con numeri che raccontano versioni diverse. La Fiom-Cgil ha proclamato otto ore di stop su tutti i turni di lavoro, con presidi ai cancelli, e parla di “adesione totale” e di “fabbrica ferma”. A rilanciare lo slogan è stato lo stesso segretario generale nazionale Michele De Palma sui social: “Stellantis Pomigliano è ferma. Sciopero riuscito. Vogliamo lavoro e salario”. Al centro della protesta, la mancata apertura di un confronto sulla parte economica del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), sottoscritto nel 2010 da tutte le sigle sindacali ad eccezione della Fiom, che continua a giudicarlo “penalizzante” sia sul piano normativo che salariale. La Fiom, in un contesto di inflazione crescente, denuncia una costante erosione del potere d’acquisto dei lavoratori e accusa l’azienda di non voler affrontare la questione. Stellantis, però, offre una lettura opposta. L’azienda riferisce un’adesione allo sciopero pari al 14% e specifica che la produzione della Panda è proseguita regolarmente. Per quanto riguarda la linea della Tonale, era già prevista per oggi una giornata di cassa integrazione e conseguente sospensione delle attività. Una terza versione arriva dai delegati dei sindacati firmatari del CCSL, che stimano un’adesione allo sciopero attorno al 50%. Secondo loro, la produzione non si è mai completamente fermata: i reparti di lastratura e verniciatura lavorano al 75% della capacità, mentre la linea della Panda è attiva ma a regime ridotto, con una produttività al 50%. In una nota diffusa ieri, i sindacati firmatari avevano preso le distanze dall’iniziativa della Fiom, sottolineando la necessità di «continuare il confronto» e ribadendo che il dialogo rappresenta «la strada prioritaria», mettendo in guardia da «strumentalizzazioni e approcci ideologici» che rischiano di compromettere i negoziati in corso.
