Pomigliano alle elezioni: Sgambati (Uil), «tra la nuova amministrazione comunale e le grandi industrie si deve creare una grande simbiosi»

Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania
Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania

POMIGLIANO D’ARCO – A 60 giorni dalla tornata elettorale che dovrà rieleggere il nuovo Consiglio Comunale di Pomigliano d’Arco, dopo lo scioglimento conseguente alle dimissioni di 13 consiglieri, cinque dei quali di maggioranza, più due assessori, sono numerosi i temi fondamentali su cui costruire un programma elettorale concreto e che fondi le sue radici sullo stato attuale. Partono dunque da oggi una serie di interviste di “Prima Campania” a persone eccellenti del mondo del lavoro, della chiesa, dell’economia, delle professioni e della cultura per iniziare a ragionare in modo un po’ più “alto” sulle sfide che la città più industrializzata del Mezzogiorno deve affrontare nei prossimi anni.  Prima intervista dedicata proprio al mondo delle industrie e del lavoro con Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania che esordisce: «per l’ennesima volta Pomigliano è come si suol dire sopra le macerie».

Secondo Lei, vista da lontano questa crisi politica che ha portato alla caduta dell’amministrazione Del Mastro, a cosa è dovuta?

«Non lo posso sapere di preciso perché non vivendo a Pomigliano, non ho uno spaccato così diretto sulla situazione locale. Però da quanto ho letto e sentito credo che da una parte ci sia stata insoddisfazione, dall’altra i soliti giochi politici di qualcuno»

Qual è stato in questi decenni secondo Lei il rapporto tra le amministrazioni comunali e le grandi industrie presenti sul territorio?

«Il rapporto nel mondo del lavoro con le amministrazioni di Pomigliano è stato sempre alquanto complesso. Per alcuni amministratori è risultato anche un fastidio la presenza di queste grandi fabbriche sul territorio, anche perché i dipendenti pomiglianesi di queste aziende oggi sono una piccolissima parte. È davvero modesta la presenza di residenti pomiglianesi in quelle unità produttive».

L’amministrazione comunale di Pomigliano come si dovrebbe interfacciare con queste significative attività produttive?

«Dovrebbe mantenere un rapporto cordiale e di collaborazione, anche perché sono sicuramente di grande efficacia le ricadute poi sull’indotto, e non parlo di quello produttivo, ma quello che afferisce ai servizi, a partire dalla ristorazione e a pioggia su tutti gli altri. Non ci deve essere subalternità da parte degli amministratori locali ma devono avere per queste realtà la massima attenzione perché per alterne vicende, le performance positive di queste industrie servono anche a confermare il buon nome di una realtà territoriale. Pomigliano non è conosciuta per i suoi parchi pubblici nel mondo, ma sicuramente è nota per la presenza ieri di Fiat oggi Stellantis, di Avio e Leonardo. In questi ultimi 40 anni che è stato ridimensionato negli organici, rimane pur sempre uno dei nuclei industriali più importanti del Mezzogiorno. Ecco perché ci vorrebbe la massima collaborazione tra l’ente locale e industrie, naturalmente per ciò che compete ad ognuno».

Esiste dunque un riflesso economico sulla città?

«Si ma attenzione, i comportamenti virtuosi nei luoghi produttivi deve trovare la stessa efficienza nel Comune in cui risiedono, ci deve essere quasi una simbiosi. E questo in parte forse è mancato negli anni passati. Invece oggi bisogna rammentare che nella logica delle dimensioni della Città Metropolitana, Pomigliano è un centro importante, forse il più importante. Ma ha bisogno di fare un salto qualitativo: bisogna essere più efficienti, non pensando solo al consenso immediato ma avere una visione strategica per un periodo medio-lung»o.

Pomigliano con l’amministrazione Del Mastro è entrata a far parte della Città del Motore ed uno dei progetti messo in campo dalla Giunta uscente è il Museo e dell’Industria e del Motore di Pomigliano. Ora c’è il progetto, ma per il momento visto ciò che è accaduto a febbraio si è interrotto il percorso per arrivare a recepire i finanziamenti necessari per realizzarlo

«E’ un progetto molto importante e sarebbe un’altra occasione di attrattività per questa città che ha svariate motivi per essere realizzato. Per avere la capacità di costruire esperienze museali che possano essere attrattive per i giovani, per valorizzare il patrimonio storico di Pomigliano, ma anche la possibilità di essere volano di una grande attrattività scientifica».

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