SALERNO – L’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, è stato arrestato nuovamente nell’ambito di una vasta operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale salernitano ed eseguito dalla Dia tra Campania e Abruzzo: dieci le persone destinatarie di misure cautelari, accusate a vario titolo di scambio politico-mafioso, tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, estorsione, detenzione di armi da guerra e favoreggiamento.
Alfieri, eletto col Pd e sospeso dal partito dopo l’arresto per appalti truccati dell’ottobre scorso, avrebbe stretto un patto con Roberto Squecco – imprenditore ritenuto vicino al clan Marandino – e con la sua ex moglie, Stefania Nobili, all’epoca consigliere comunale. Secondo le indagini, l’accordo avrebbe previsto appoggio elettorale in cambio della disponibilità del “Lido Kennedy”, oggetto di provvedimenti ablativi da parte del Comune.
Alla base della rottura del patto, il parziale abbattimento del lido per ragioni di sicurezza pubblica. Secondo la Dia, ciò avrebbe innescato minacce esplicite rivolte ad Alfieri da Squecco, veicolate attraverso due dipendenti comunali ritenuti vicini all’imprenditore. Una delle testimoni chiave sarebbe stata l’assessora Mariarosaria Picariello, accusata di favoreggiamento per aver omesso informazioni utili agli inquirenti.
La frattura tra Alfieri e il clan avrebbe portato anche alla pianificazione di un attentato dinamitardo, mai attuato per mancato accordo tra gli esecutori materiali. Tra le armi sequestrate durante le indagini anche una mitraglietta Uzi e un Kalashnikov. È contestato inoltre un tentato omicidio interno ai gruppi criminali, avvenuto per un presunto mancato pagamento estorsivo.
La posizione di Alfieri, già al centro di inchieste precedenti, si aggrava ulteriormente, mentre la Procura prosegue gli accertamenti sulla rete di complicità e relazioni pericolose che unirebbe criminalità organizzata e politica locale.