NAPOLI – Dalle prime ore del mattino, i Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco stanno eseguendo un’importante ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 13 persone.
L’indagine ha portato alla luce un sistema criminale radicato e strutturato, ritenuto responsabile di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione a fini di spaccio di hashish, cocaina, crack e marijuana, e tentata estorsione.
Secondo quanto emerso, la rete di spaccio copriva un vasto territorio che da Ercolano si estendeva su tutto il perimetro vesuviano, fino a raggiungere Napoli e la penisola sorrentina. In totale, sono stati accertati oltre 500 episodi di spaccio.
A guidare l’organizzazione c’era Raffaele Bifolco, 48 anni, ritenuto vicino al clan Ascione-Papale, affiancato da Carlo De Maio, Ciro Bifolco (fratello di Raffaele) e Vincenzo Papillo, tutti destinatari di un provvedimento di custodia in carcere. Dei 41 indagati totali, almeno la metà sarebbero spacciatori attivi sul territorio. Per uno degli indagati è stato disposto il divieto di dimora, mentre altri 12 sono finiti in carcere.
A colpire gli inquirenti, la figura della moglie di Raffaele Bifolco, non destinataria di misure cautelari, ma considerata estremamente versatile nell’assumere ruoli anche delicati all’interno dell’organigramma criminale.
La banda contava su un vero e proprio sistema strutturato: corrieri, custodi, vedette, referenti di zona, trasformatori, contabili. Una donna di 47 anni, in particolare, ha assunto il ruolo di “ragioniera” dell’associazione, incaricata del recupero crediti per le partite di droga distribuite ai pusher.
Come emerso anche da precedenti indagini, gli affiliati utilizzavano un linguaggio in codice: la droga veniva indicata con nomi in apparenza innocui, come “caffè”, “scarpe”, “panini”, “pizze”, “sigarette”, “stecche”, “vino”, mentre i clienti venivano indicati come “persone appiedate che aspettano un passaggio”.
L’indagine conferma la capacità dei sodalizi camorristici di ramificarsi in maniera capillare, organizzando lo spaccio con criteri imprenditoriali e sistemi di comunicazione sempre più sofisticati.
IL VIDEO DELL’OPERAZIONE