NAPOLI, 29 APRILE 2025 – “Vogliamo giustizia, non deve accadere mai più una tragedia del genere”. È il grido che si leva davanti al Tribunale per i Minorenni di Napoli, dove oggi si è tenuta la seconda udienza del processo per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio la notte tra l’1 e il 2 novembre dello scorso anno, dopo una lite scaturita da un paio di scarpe Gucci sporcate.
Imputato del delitto è un ragazzo di 17 anni. La sentenza potrebbe arrivare in giornata. Ad attendere giustizia ci sono familiari, amici e conoscenti del giovane portiere della squadra Asd Micri di Pomigliano d’Arco, che militava in Eccellenza e sognava un futuro nel calcio.
In tanti indossano un cartellino con la scritta L’Esercito di Santo, il nome della pagina TikTok creata in sua memoria e come segnale di lotta contro la violenza insensata. Striscioni, fotografie e lacrime accompagnano le ore dell’attesa.
“Il mio appello è che venga fatta giustizia vera. Non solo per Santo, ma per tutte le vittime innocenti. Stanno morendo troppi ragazzi. Basta. Noi mamme non possiamo più piangere i nostri figli per futilità”, ha dichiarato Filomena De Mare, madre della vittima, prima di entrare in aula.
“Mi chiedo quando lo Stato inizierà a dire basta e a fermare tutto questo. Mi aspetto una pena giusta, severa e soprattutto certa. Basta con le condanne che poi si dimezzano in appello o in Cassazione”, ha aggiunto con forza, ricevendo l’applauso commosso dei presenti.
Al suo fianco, anche Simona, la fidanzata di Santo: “Qualunque sarà la pena, mi auguro che venga scontata per intero, senza sconti, premi o permessi. Che possa pagare fino in fondo”.
Un dolore composto ma determinato quello che si respira davanti al Tribunale: non solo la richiesta di una condanna esemplare, ma un appello più profondo a cambiare una società dove la vita di un ragazzo può spegnersi per un motivo assurdo.